“Il mondo è di chi lo vuole”
Cecilia Mangini
Manca un mese alla primavera ed è passato ormai un mese da quando Cecilia Mangini ci ha lasciati.
Cecilia, che di primavere ne aveva 93, è stata la prima documentarista donna italiana: “allora il destino delle bambine era di starsene a casa, accanto alle madri che insegnavano a ricamare e a cucire, guardavo con benefica invidia ai bambini che avevano il permesso di giocare per strada. La mia passione per il cinema nasce così, è un desiderio di libertà”.
Desiderio di Libertà.
La sua passione, le sue battaglie, il suo spirito rivoluzionario così lucido e indomito non potrà che restare impresso nell’animo di tutti quelli che l’hanno conosciuta anche solo attraverso le sue opere.
#lospiritocontinua
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In questo post vi proponiamo una selezione di alcuni web documentari che di recente ci hanno colpito per la loro qualità e capacità inventiva. Ve li condividiamo così che possano essere esempi e fonte di ispirazione anche per voi, oltre che un modo interessante di conoscere nuove storie.
Ma cosa sono i Web documentari?
Giusto una breve premessa per chi non conoscesse questo genere narrativo nato negli anni duemila: Il web documentario si distingue da quello tradizionale, per intenderci quello di cui Cecilia Mangini è stata una pioniera in Italia, soprattutto per la sua modalità di fruizione, che finisce per condizionare la struttura narrativa, e per il rapporto che viene a crearsi tra spettatore e autore. Il web documentario stravolge da un lato quindi la cosiddetta narrazione lineare, e consente a chi guarda di percorrerne i contenuti con maggiore libertà scegliendo il proprio percorso nelle storie rappresentate sullo schermo. Inoltre, sfruttando le potenzialità del web, questo tipo di racconti diventa anche uno strumento che amplifica, ad esempio attraverso la condivisione sui social o la possibilità di introdurre commenti, il livello di partecipazione dello spettatore ad una determinata causa sociale: chi guarda è coinvolto in prima persona e può quindi attivarsi efficacemente per qualcosa che conosce e per cui si appassiona.
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In questo post quindi trovate un po’ di info e i link per guardare:
- A ruota libera
- “C’era una volta …” – La storia di cinque senzatetto
- Clandestine – l’Altra Italia dell’Arte
- Finding Home
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“A ruota libera” è un web-doc attualmente in fase di realizzazione sul viaggio di un uomo con disabilità, Pietro Scidurlo, lungo la via Francigena. A ruota libera è anche un progetto cross mediale che prevede l’impiego di diversi strumenti comunicativi: dal web-story telling alla realtà aumentata.
Contributi audiovisivi, grafici e testuali integrati per aprire il racconto al territorio, alla sua cultura, alle persone che lo vivono e lo attraversano.Un web doc, ma anche un e-book col diario di viaggio di Pietro e un DOC-SPOT: un format innovativo di racconto del tessuto commerciale-culturale del territorio percorso lungo il viaggio, volto alla valorizzazione culturale della via Francigena.
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“C’era una volta …” – La storia di cinque senzatetto
La Comunità di Sant’Egidio (https://www.santegidio.org/) a Mosca, insieme al sito takiedela.ru e altre organizzazioni, hanno lanciato in Russia nel 2017 la “Giornata dei senzatetto”. Tra le diverse iniziative, takiedela.ru ha prodotto cinque documentari animati sulla vita di 5 senzatetto defunti, persone che Sant’Egidio ha incontrato a Mosca e con le quali gli operatori avevano stretto legami di amicizia.
Il progetto affronta l’ampia diffusione dei pregiudizi spiegando che ogni persona che vive per strada ha il proprio passato, il più delle volte normale, e che mai avrebbe immaginato o voluto un futuro del genere. Quando è morta Lilia – la sua storia è tra le cinque narrate – è iniziata la tradizione di ricordare tutti gli amici morti per strada in una delle parrocchie del centro di Mosca, entro la fine della stagione invernale.
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Clandestine – l’Altra Italia dell’Arte
Il docu-film «Clandestine – l’Altra Italia dell’Arte» ideato e diretto da Maria Paola Orlandini racconta il mondo dell’arte, declinato al femminile, attraverso la storia di otto artiste contemporanee colte «all’opera» nei loro campi di azione.
Ciascuna rappresenta un efficace esempio che pregiudizi e stereotipi, causa principale della diffusa invisibilità evocata nel titolo, possono essere combattuti e vinti.
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Nel 2016, TIME ha iniziato a raccontare la storia della neonata Heln e della sua famiglia, tutti rifugiati siriani in fuga dalla guerra e in cerca di asilo in Europa. La madre di Heln, Taimaa, ha saputo di essere incinta subito dopo essere scappata dalla Siria e il bambino è nato in Grecia, dove trascorre i suoi primi mesi all’interno di una tenda in un campo profughi, in una situazione estremamente precaria. Ma al di là delle condizioni materiali della vita nel campo, l’aspetto più difficile da affrontare è quello dell’attesa, innanzitutto di conoscere quale paese, in Europa, concederà asilo alla giovane famiglia, dandogli la possibilità di trovare una casa sicura.
In questo documentario interattivo, Taimaa ci racconta le frustrazioni legate all’attesa di conoscere il proprio destino, i momenti tranquilli della maternità e la lotta solitaria per inserirsi in una nuova terra, attraverso lo scambio di messaggi con la video-giornalista di Time, Francesca Trianni.
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