ComunicareilSociale.it nasce nel 2011 come il progetto di un gruppo di giovani, vincitore del bando Bollenti Spiriti della Regione Puglia, ideato per essere il primo social network interamente dedicato a cittadini attivi, operatori sociali, volontari, operatori culturali, insegnanti e studenti, enti pubblici e ONG.
Per diversi anni il nostro portale è stato così: uno uno spazio aperto a chiunque volesse raccontare una storia, un progetto, sollevare l’attenzione su un tema di interesse collettivo o fare un’azione di denuncia.
ComunicareilSociale.it partiva dal presupposto che numerose associazioni che si occupano di inclusione sociale, diritti umani, cooperazione, ambiente – sia quelle radicate nei territori da molto tempo sia quelle che muovono i loro primi passi da poco – pur svolgendo attività fondamentali, pur avanzando spesso idee, metodologie e interventi innovativi e pur manifestando un tasso di professionalità molto alto, mostrassero tutte come carenza strutturale una grandissima fatica a promuovere e poter diffondere idee, attività e proposte.
Nel tempo la vocazione di ComunicareilSociale.it è cambiata e da social network si è trasformato, sempre di più, in sinergia con la cooperativa Camera a Sud, in un servizio del tutto assimilabile a quello offerto da un’agenzia di comunicazione, non un’agenzia di comunicazione qualsiasi però, ma un’agenzia di comunicazione sociale.
La disponibilità di uno spazio web accessibile, di facile utilizzo, gratuito e rivolto a un pubblico in target si è rivelata, infatti, quasi subito, un’opzione non sufficiente per le organizzazioni del no profit.
L’esigenza emersa, sempre più assiduamente da parte di organizzazioni ed enti, è stata, infatti, quella di avere una guida rispetto alle strategie e agli strumenti della comunicazione… da cosa, come e quando pubblicare dei contenuti sui social media, a come condurre una campagna di sensibilizzazione, da come avviare un progetto di crowdfunding a come diffondere i risultati di un intervento, da come gestire relazioni con i media a come favorire la partecipazione a eventi, a offerte formative…
Sempre di più ci siamo accorti che, soprattutto le organizzazioni medie e piccole o meno strutturate, a fronte di una accresciuta consapevolezza circa il bisogno, anzi l’urgenza di comunicare, si scontrano con una quotidianità schiacciata dall’operatività e dalle continue emergenze quotidiane, con la deriva di finire col considerare la comunicazione un lusso.
Altra difficoltà, per altro, è quella di disporre, al proprio interno, di risorse dedicate o, alle volte nondimeno negli enti pubblici, di competenze specifiche, una mancanza che spesso porta alla rinuncia o alla delega della propria comunicazione a professionisti del marketing che utilizzano codici e linguaggi del profit, non adeguati a un mondo complesso e articolato come quello del terzo settore.
Problemi di sostenibilità, a volte una scarsa dimestichezza con il linguaggio del web e dei social media o con gli strumenti e i molteplici canali anche tradizionali della comunicazione, sono tutti ostacoli che frequentemente inibiscono e allontanano le organizzazioni dal comunicare efficacemente.
Sullo sfondo di tutte queste resistenze e giuste priorità si affianca un altro elemento in un certo senso meno dicibile ossia il fatto che non è per nulla facile raccontare un lavoro come il lavoro sociale: un lavoro complesso, ricco di contraddizioni, un mondo che richiede tempi spesso lunghi per il raggiungimento di risultati o i cui risultati, a volte, possono risultare socialmente poco apprezzati o, in altre ancora, addirittura, possono non essere raggiunti affatto (almeno apparente).
Interrogarsi e interrogare il lavoro sociale, su quale dialogo sia possibile con il mondo al di fuori di esso, gli operatori sociali di cui mai nessuno parla, i “beneficiari” (interpellati sempre e solo quando è in corso una qualche emergenza o qualche caso di cronaca che porti improvvisamente alla ribalta un certo tema), chi a qualsiasi titolo (familiari, enti, reti territoriali…) è coinvolto, in uno scenario in continua evoluzione, è una sfida assai complessa alla quale però non ci si può sottrarre, in un tempo come il nostro è un mandato ineludibile.
In questo flusso ComunicareilSociale.it è diventato quasi spontanemanete, nel tempo, una sponda di questo interrogare e interrogarsi e si è fatto sempre di più uno sportello, un luogo fisico e virtuale nel quale incontrare professionisti che hanno come mission quello di supportare le organizzazioni, ma anche i singoli operatori o i portatori di interesse nel raccontare e raccontarsi.
Quello del lavoro sociale è un mondo complesso, difficile senza dubbio e non privo di contraddizioni e ambiguità, ma è anche un mondo come pochi altri capace di esprimere straordinaria bellezza, laboriosità silenziosa, estrema creatività e moltissime volte una grandissima efficienza, pur in scarsità di risorse. Ed è un mondo che trova poco, scarsissimo spazio nei media.
Aiutare a comunicare in modalità economicamente sostenibili e con un linguaggio specifico, aiutare a trovare soluzioni per le diverse esigenze comunicative, ascoltare e indurre ad ascoltarsi… sempre più il nostro lavoro si è strutturato in questa direzione.
Aiutare ad attribuire un senso e una direzione al proprio comunicare perché comunicare il sociale richiede attenzione, strategia e condivisione. Ed è un atto che si fa naturalmente politico e pedagogico e che non può, non è giusto che sia, lasciato al caso o alla fretta, alla superficialità.
All’alba dei dieci anni di attività, il lockdown, i mesi di riflessione trascorsi a ri-pensarsi e a de-strutturarsi, ci hanno persuaso della necessità di dare un abito nuovo al nostro portale affinché questa trasformazione, nei fatti ormai avvenuta da tempo, potesse essere immediatamente intellegibile anche a chi è geograficamente più distante da noi o da chi venisse in contatto con ComunicareilSociale.it per la prima volta.
Dunque non più solo una vetrina, un luogo dove condividere notizie, progetti e iniziative, ma anche il contenitore, la cassetta degli attrezzi, un’occasione di tipo collaborativo per chi lavora nel sociale e ha bisogno di strumenti, professionisti e strategie da condividere per ottimizzare le proprie risorse e indirizzare efficacemente la propria comunicazione.
Mai come in questo tempo di trasformazione radicale abbiamo riflettuto su come il sociale siamo tutti noi perché ciascuno di noi contribuisce, in ogni momento, a costruire e a modificare la realtà e la sua percezione.
Oggi la comunicazione è un atto irrinunciabile perché siamo tutti attori e tutti, non solo le organizzazioni che vi operano (gli enti del terzo settore, le imprese, le amministrazioni pubbliche), possiamo esprimere un grande potenziale di cambiamento.